Leggevo Vogue online, ieri sera, e mi è capitato tra le mani un articolo che parlava della rivolta di Beyoncé contro H&M. L'azienda svedese è stata infatti accusata da Lady B di aver eccessivamente 'photoshoppato' le sue curve nella campagna pubblicitaria che la vede protagonista, andando ancora una volta a creare schemi e modelli irreali e che il più delle volte, soprattutto alle più giovani, fanno tutt'altro che bene: una realtà forzatamente celata per rientrare in schemi che ci siamo, oltretutto, autoimposti!
La "rivoluzione curvy", come molti la chiamano, che sta avendo luogo in questi ultimi anni, è certamente qualcosa di positivo in questo senso: riportare l'immagine della donna alla realtà, a corpi veri, tangibili, e non necessariamente rientranti in una taglia 40, questo è il goal che TUTTO il mondo del marketing e della moda dovrebbero prefissarsi.
(Marks e Spencer Campaign "For every woman you are")
Sono stati molti, di recente, gli eventi dedicati proprio alle "curvy", come la London Plus Size Fashion Week svoltasi lo scorso febbraio nella capitale inglese....ma perché non cominciare a creare degli eventi "for every woman we are"? Sfilate che creino abiti ed accessori ad hoc per ogni tipologia di donna...non sono una fan di chi sostiene che qualunque capo, anche uno short, possa andar bene su qualunque tipo di fisico a patto che "facciano le taglie grandi". Ma sono sostenitrice di chi, come me, cerca outfit adeguati ad ogni tipologia di corpo, che possa da esso essere valorizzato: tanto un corpo 'curvy'...
(Tara Lynn, modella plus size)
...quanto uno skinny.
(Kate Moss, modella)
Nella mia recente tesi di laurea ho parlato molto di questo...ghettizzare le forme, creare eventi o collezioni moda appositamente per donne formose è tanto giusto quanto incredibilmente sbagliato: perché non combinare il tutto e riuscire ad ampliare la propria 'sfera clienti'? Mi rendo conto non sia un passaggio così facile, è dagli anni '60 che la modella perfetta riflette lo stile Twiggy della donna 'stecchino'...
Ma nonostante tutto, un ritorno ai Cinquanta e alle curve di Marilyn non è così impensabile...
E' vero: creare delle collezioni che possano andar bene tanto per delle ragazze 42 quanto per quelle 48 risulta difficile se non impossibile, a livello di elasticità dei tessuti, lunghezze, e via dicendo...Ma perché non cominciare, allora, a sensibilizzare ed EDUCARE l'universo femminile? L'inaccessibilità, avuta finora, a molti capi d'abbigliamento da parte delle cosiddette 'plus size' ha provocato, oggi, un fenomeno tutt'altro che positivo: una totale ineducazione al vestirsi. Grazie all'avanzare dell' "era curvy", come i media amano chiamarla, molte maison di moda si sono avvicinate all'area plus size, ma l'effetto boomerang delle ristrettezze cui molte donne sono state costrette in campo di scelta dell'abbigliamento non ha tardato a farsi sentire: ed ecco che CHIUNQUE si è sentito autorizzato ad indossare QUALUNQUE COSA....anche ai limiti del ridicolo, per una totalmente assente valorizzazione del proprio fisico.
Ciò di cui abbiamo bisogno, dunque, è di EDUCAZIONE all'abbigliamento, Educazione alla Moda. Scegliere un leggins piuttosto che una calza velata, o una gonna svasata piuttosto che un paio di shorts non è doversi accontentare, bensì valorizzare ciò che di più bello il nostro corpo ha, sia esso in una taglia 42 o in una taglia 50.
Non sto a parlare della componente salutare perché non spetta a me farlo, ma è ovvio che qui parlo di quelle "plus size" che, per costituzione fisica o per scelta (e non perché amino riempirsi di panini del Mc Donald o di coca cola ghiacciata), hanno un certo tipo di corpo ed è giusto che sappiano valorizzarlo come si deve ;)
Ad ispirarmi ancor di più in questo pensiero è stato il movimento Healthy is the new skinny, che esalta la salute piuttosto che uno standard fisico che nessuno potrebbe rispecchiare. Le recenti dichiarazioni del CEO di Abercrombie, Mr. Jeffries, mirano invece ad affossare questi tentativi di riportare la figura della donna REALE sulla scena della moda e a disdegnare qualunque fisico vada oltre la taglia 42; il che, ripeto, è sbagliato per quelle donne che rientrino in quanto suddetto, ovvero che si vedano bene con qualche kilo in più per scelta o che si adattino ad essi per costituzione e che non usino la nuova "moda curvy" come una giustificazione per il mangiar male e senza soluzione di continuità.
La campagna Let's move di Michelle Obama, negli States, è qualcosa che opera proprio in questo senso, in un territorio come gli Stati Uniti dove l'obesità è un problema serio e per il quale gli americani rischiano letteralmente di non entrare più in abiti a misura d'uomo...
Insomma ciò di cui abbiamo bisogno, come in ogni situazione della nostra vita, è di EQUILIBRIO.
Se vi va di commentare, fatemi sapere le vostre opinioni a riguardo! :D un saluto e alla prossima! ;)
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